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Sparta e Atene, Filippo II e Alessandro Magno - Riassunti

Dopo la fine della guerra del Peloponneso, Sparta adotta una politica di conservazione a differenza di quella di Atene che aveva perso tutta quanta la sua egemonia sulle poleis ioniche. Si ritorna quindi ad una Grecia spaccata in due. A livello politico, Atene fu costretta ad essere governata dai “trenta tiranni” che adottarono una politica di repressione della democrazia. Nel mentre Sparta cercava di imporre dove poteva regimi oligarchici. Ad Atene però viene stroncato il governo dei trenta tiranni in seguito ad una rivolta e viene restaurata la democrazia, i nuovi democratici reprimono tutti i sostenitori dell’autarchia tra cui anche Socrate, vittima però ingiusta di questa attività ateniese. Sparta decise di non intervenire a riguardo poiché doveva sostenere in Persia una guerra di successione tra due re: Ciro il grande e Artaserse. Sparta sosteneva Ciro, mentre Artaserse pensò bene di chiedere sostegno ad Atene, L’esercito di Atene e Artaserse sconfisse quello di Sparta e Ciro. Atene fu aiutata con finanziamenti economici. Atene inoltre formò una nuova lega ovvero la lega di Delo. Ad approfittare della debolezza di Sparta fu la città di Tebe, che si ribellò all’oligarchia Spartana e fondò un proprio governo. Gli spartani inviarono un contingente contro i tebani, ma vennero battuti da una particolare strategia militare beota. Inoltre gli Iloti e i Messeni si ribellarono agli spartani. I tebani decidono di organizzare delle spedizioni in tutta la regione per affermare un’egemonia, solamente che Ateniesi e Spartani si coalizzano e indeboliscono i Beoti che terminano lì la loro breve supremazia.


In macedonia nel mentre, terra governata caoticamente da un re, si stava affermando la figura imponente di Filippo II che riuscì ad unire il popolo di contadini e proletari quali erano i macedoni, e dare un ordine politico-amministrativo. Riuscì anche ad organizzare l’esercito con armi più elaborate e tattiche militari simili alla falange oplitica. Filippo riuscì ,con diversi pretesti di guerre sacre e impersonando il ruolo di un protettore, a impossessarsi di diverse regioni a nord della grecia tra cui la Beozia sottraendo molti ad Atene. Ad Atene vi erano presenti due fazioni, quelle filomacedoni e quelle interventiste guidate dal grande oratore Demostene, che riuscì a ridurre al silenzio la minoranza pacifista. Demostene portò in guerra Atene e come alleata Tebe, ma in due non riuscirono a contenere l’avanzata della cavalleria macedone guidata dal figlio di Filippo Alessandro. Filippo dopo aver messo termine all’era delle poleis e ricreato la lega di Corinto, viene assassinato.


Alessandro Magno quando salì al potere aveva solamente vent’anni, ma era un giovane pieno di grinta e di carisma, che ha avuto come suo insegnante Aristotele e da qui nasce il suo amore per la cultura. Era coraggioso ma soprattutto era un grande guerriero. Stroncò sul nascere tutte le rivolte di Atene e Tebe, conquistandole e dando ordine alla lega di Corinto. Viene eletto come generale per la spedizione contro la Persia dove si dirige con 30mila soldati e 5mila cavalieri non solo macedoni, portò con sé anche uomini di cultura per dare un impegno politico a questa operazione militare. Nel primo scontro fu vincitore, nel secondo anno organizzò una nuova spedizione dove i due eserciti si scontrarono ad Isso dove c’era uno stallo. Lì Dario III fu colto di sorpresa e fu quasi catturato dall’esercito macedone, ma riuscì a scappare lasciando però ad Alessandro il tesoro imperiale. Alessandro Magno si concentrò sulle zone costiere fino a scendere ed arrivare in Egitto dove conquistò la zona del Nilo e fondò la città iconica di Alessandria. Dario III organizza un nuovo attacco ma non riesce a portarlo a termine e viene ucciso da uno dei suoi satrapi. La marcia di Alessandro da lì in poi non fu più fermata, conquistò l’attuale Iraq e giunse ai confini della Cina e dell’India, lì i suoi soldati stremati non continuarono più l’avanzata e Alessandro si ritirò a Babilonia. Lì sposò una donna orientale, Roxane. Questo matrimonio aveva anche un valore simbolico dell’unione tra due culture diverse. Solamente che la diversità politica non aiutò il suo ideale, che venne stroncato dalla sua morte prematura.

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