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Intervista a Enrico Pedemonte: ''le tecnologie digitali stanno già oggi producendo effetti...''


Siamo giunti all'ultimo appuntamento di questa terza stagione di Le Nostre Notizie Cultura. Oggi qui con noi c'è Enrico Pedemonte, fisico e giornalista, giunto alla fase finale del Premio Croce 2023 con il suo libro "Paura della scienza. L'età della sfiducia dal creazionismo all'intelligenza artificiale", edito da Treccani

Ciao Enrico e grazie per essere qui con noi.

Come prima cosa ti chiedo, prima di parlare del tuo libro dove racconti, dunque, della sfiducia che le persone nutrono per la scienza, di darci una tua opinione in merito ai vaccini che la casa farmaceutica Moderna sta sviluppando contro i tumori e altre malattie.

“La mia opinione sui nuovi vaccini conta poco: a contare è l’opinione della comunità scientifica che ha valutato e approvato l’uso di massa di alcuni vaccini per combattere il Covid-19. Nel raccontare le ragioni storiche della sfiducia crescente della scienza il mio libro vuole essere una difesa del metodo scientifico”.

Ci puoi parlare del tuo libro in gara al Premio Croce?

“L’idea di scrivere questo libro nasce in pieno lockdown. Era il gennaio 2021, il movimento no-vaxx stava crescendo, i ricercatori si azzuffavano in televisione e sui media si diffondeva un clima da stadio dove tutti sembravano essere specializzati in virologia. Il clima sempre più litigioso che si diffondeva sui media mi sembrava il segnale di un risentimento collettivo che andava oltre la scienza e investiva il potere il tutte le sue forme, le elites culturali, gli esperti, i partiti politici, l’amministrazione dello stato… C’erano numerose ricerche a mostrare che il livello di sfiducia stava crescendo. L’imputato principale del mio libro è il Potere che ha spesso utilizzato la scienza per difendere i propri interessi. C’è il potere religioso che (nel caso degli evangelici americani) attacca il darwinismo e inventa una scienza alternativa per supportare la propria narrativa sulla creazione; c’è il potere dell’industria che investe somme colossali per difendere il proprio business (dalle sigarette al petrolio) e instillare dubbi tra i cittadini sulla credibilità del consenso scientifico; c’è il potere degli ambientalisti che contesta le biotecnologie con argomentazioni talvolta vacillanti. Esplorando questi temi mi sono reso conto di quanto sia cambiato il ruolo della scienza negli ultimi decenni. E questo mi ha portato (nella seconda parte del libro) ad approfondire il ruolo che le piattaforme digitali giocano oggi nella ricerca, un punto chiave per capire come sia destinato a evolvere il rapporto tra scienza e Potere. Si tratta di un problema enorme, largamente sottovalutato dall’opinione pubblica. La rivoluzione tecnologica in corso, sostenuta dai progressi dell’intelligenza artificiale, è destinata a cambiare il mondo con una rapidità mai vista prima ed è alla base di successi straordinari registrati in molte discipline: dalla farmacologia alla biologia, dal quantum computing all’astronomia”.

Nel tuo libro parli molto della tecnologia, che è sempre più controllata da poche persone. Quali rischi presenta l’avanzamento della tecnologia per il futuro? Quali risvolti negativi potrebbe avere sulle persone?

“Sono in molti a paragonare la svolta che stiamo vivendo a quella che avvenne alla fine del Quattrocento con l’avvento della stampa a caratteri mobili. Con una differenza niente affatto marginale: allora il cambiamento fu lento e per molto tempo impercettibile per la grande maggioranza della popolazione. Oggi il cambiamento è rapidissimo e si basa su tecnologie, largamente privatizzate, del tutto incomprensibili alla stragrande maggioranza dei cittadini. Eric Schmidt, che è stato al vertice di Google per quasi vent’anni, in un libro uscito nel 2021 (The Age of IA, l’era dell’intelligenza artificiale: scritto insieme a Henry Kissinger) sostiene che le tecnologie digitali stanno già oggi producendo effetti intollerabili: influenzano la società imponendo nuovi modi di utilizzare il nostro tempo di vita; intuiscono i nostri limiti e li sfruttano per il proprio vantaggio economico; creano dipendenza. Queste tecnologie sono opache e, se non saranno create regole per riportarle sotto il nostro controllo, alimenteranno una sfiducia crescente che potrà disgregare il corpo sociale e la stessa democrazia. Negli ultimi mesi, dopo l’avvento di Chat-Gpt, le grida di allarme si stanno moltiplicando. Queste tecnologie possono fare esplodere la disinformazione e far crescere la rabbia collettiva che è uno dei problemi più gravi della società contemporanea”.

Con l'occasione l'intero staff e l'intero consiglio direttivo desidera ringraziare il Premio Croce per la collaborazione nella realizzazione delle interviste e desidera ringraziare tutte le case editrici per la disponibilità e la cortesia dimostrata. Per finire ringraziamo tutti gli ospiti che ci hanno tenuto compagnia!

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