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DRAMMA NELLA PALLAVOLO:MORTA A SOLI 18 ANNI L’OPPOSTODELL’IGOR NOVARA, JULIA ITUMA

Ituma, alla prima stagione con il Novara, è una delle giocatrici più promettenti del volley nazionale. Nata a Milano da genitori nigeriani, alta 192 cm e fisico robusto, è considerata uno degli opposti del futuro. Nelle giovanili ha vinto l’Eyof e l’Europeo u19 femminile. Ha perso la vita nella notte tra il 13 e il 14 dicembre. Julia è caduta dalla finestra della sua stanza al sesto piano dell'hotel di Istanbul dove ieri la sua squadra ha giocato la semifinale di ritorno di Champions League. Eczacibasi. Restano incerte le cause del tragico evento. I media turchi hanno parlato di suicidio. La ragazza con cui divideva la stanza «Julia Varela non ha sentito niente perché dormiva ed è stata svegliata dalla polizia». Lunghe telefonate. Il corpo è stato trovato davanti all'hotel intorno alle 5:30. Il pm Donato Saldini ha detto "si è trovata molto bene a Novara e soddisfatta dello spazio che le è stato concesso". I genitori stanno andando in Turchia. Le motivazioni non sono ancora state chiarite, ma molti pensano sia per la sconfitta.

Insegnare il fallimento non è facile. Si tratta più di imparare da soli. I giovani di oggi non possono farlo. O meglio, seguono gli insegnamenti dei "vincitori". La domanda non è tanto che vincere sia facile, ma chiediti: se vinci sempre, cosa hai imparato?

Assolutamente niente, o meglio, niente di nuovo. Questo crea una tautologia personale di essere sempre il primo e il migliore. Ma cosa succede quando fallisci ad un certo punto? In che modo i giovani sostengono o meno questa esperienza? Sfortunatamente, gli adolescenti di oggi non hanno gli strumenti per riprendersi dal fallimento. O piangere. o perdita. A ciò si aggiunge il rischio che questi bambini in età prepuberale diventino effettivamente "emotivamente analfabeti" o, meglio ancora, "insensibili" al dolore. Il dolore, anche quando fa male, ti fa crescere, ti porta in un certo senso ad evolvere. Non puoi sempre dire che è una brutta cosa. Il dolore può essere trasformato in qualcosa di positivo. È interessante anche sottolineare che certe cadute nella vita, proprio perché non si hanno le capacità emotive per affrontarle, spesso vengono ingigantite e provocano ulteriore dolore e disagio.

Ma qual è il motivo? Sono molteplici, ovviamente, ma ci siamo chiesti fino a che punto nella società odierna viene enfatizzata un'immagine di sé sempre più sfuggente, ad esempio l'invariabilmente curato, platinato nell'immagine pubblicitaria premiata. Ciò riflette un sistema economico eccessivamente competitivo in cui il mondo è una vera giungla dove non c'è cooperazione ma rimane la spinta ad essere il più forte, e quindi il vincitore a tutti i costi. Detto ciò non è che una persona deve sempre fallire, perché ogni tanto si vince anche. Ma il come si affronta il fallimento è di primaria importanza e fa la differenza.


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