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Diciannovesima tappa del Tour de France: L'Isola felice di Tadej Pogacar




La diciannovesima tappa del Tour si inerpica su Vars, il gigante Bonette (2802 metri) e Isola 2000, ove è posto l'arrivo. Il precedente risale alla vittoria di Tony Rominger nel '93 davanti a Miguel Indurain. Vanno via subito in 21 corridori, tra cui i nostri Formolo e Sobrero, ancora Kwiatkowski, Hindley, Barguil, Madouas, Lazkano, Powless, Coquard e 3 Visma, ossia Jorgenson, Kelderman e Laporte. Poco prima del Vars provano a rientrare sulla fuga Bernal, Carapaz, Bardet e Simon Yates. Sulle prime rampe della salita, nella Visma Laporte perde contatto davanti e Van Aert (imbarazzante il suo Tour) dal gruppo; nella UAE, che tiene alta l'andatura, salta subito Wellens. Poco dopo il ritmo violento di Soler fa sì che Vingegaard perda tutti gli altri compagni in gruppo; davanti intanto restano Jorgenson, Kelderman, Hindley, Prodhomme, Carapaz, Cristián Rodriguez, Onley, Van Wilder e Simon Yates. Ad un certo punto la furia del gruppo si placa ed i 9 davanti riescono ad acquisire un pochino di vantaggio. In vetta il gruppo ha 3 minuti di ritardo. All'attacco della Bonette, dopo la discesa, diventano 4 i minuti. Il passistone Politt, pressoché inesauribile in questo Tour, imprime un ritmo deciso e crea la selezione; ne fa le spese il deludente Felix Gall, uno dei rivali di Ciccone per la top 10. In testa nel frattempo restano solamente Jorgenson, Kelderman, S. Yates, Hindley, Carapaz e Cristián Rodriguez. La presenza in blocco degli UAE, ora più tranquilla, è chiaramente un forte deterrente per qualsiasi tentativo e sull'attesissima Bonette non succede nulla, tanto è vero che il gruppo scollina a 3'45".

Carapaz va a conquistare il GPM e balza in testa alla classifica della maglia a pois.

All'inizio della salita finale i battistrada hanno 4'03" di vantaggio sulla fuga; la Visma punta alla tappa con uno dei due corridori all'attacco. Anche Pogacar vuole il successo e mette alla frusta la squadra sulle prime rampe di Isola 2000, le più dure, con Adam Yates sugli scudi.

In fuga attacca Jorgenson dopo il ritmo indiavolato di Kelderman: l'americano se ne va da solo con un passo notevole. Si staccano prima Hindley e poi Carapaz e S. Yates.

A 12 dal traguardo perdono contatto dal gruppo dei migliori Ciccone, Mas e Carlos Rodriguez. L'abruzzese viene così distanziato da Gee e Buitrago, che lo tallonano in classifica. Cede poi lo stesso Buitrago. A 8,7 dal traguardo allunga la maglia gialla, che fa il vuoto. Guadagna subito un abisso (35 secondi in un chilometro) senza alcun problema sui primi inseguitori, mentre Vingegaard, rimasto senza benzina, si fionda su Evenepoel per mantenere il secondo posto. Dopo la tappa di mercoledì era difficile immaginarsi uno scenario diverso. Tadej inizia l'inseguimento ai fuggitivi. Intanto S. Yates riprende e distanzia Carapaz, il quale si era avvantaggiato. Landa e Almeida si riportano su Vingegaard ed Evenepoel, che attacca ai - 4,5 dal traguardo; il danese reagisce e resta in scia. Pogacar nel frattempo supera a velocità doppia Carapaz, poi S. Yates ed infine un eccellente Jorgenson (al quale ha recuperato 2'50" in 7 km) e va a vincere per distacco la quarta tappa di una Grande Boucle dominata. Nel finale addirittura può permettersi di rallentare.

Per lui un'altra prova maiuscola. A ben 1'42" da lui arrivano Evenepoel e Vingegaard (in lacrime per lo sforzo e l'amarezza), 18" prima di Almeida e Landa. Ciccone chiude a 4'45" e scende al decimo posto in classifica. Domani ultima tappa di montagna con le asperità tipiche della Parigi - Nizza.

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