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Daniele, ragazzo di Melfi, al cammino di Santiago: un'esperienza unica. Il racconto (FOTO)


Oggi siamo qui per raccontarvi una bella storia, la storia di un ragazzo melfitano, Daniele Destino, che ha percorso il "Cammino di Santiago de Compostela".

Una sfida, oltre che una missione per coloro che credono in Dio alla ricerca di redenzione e alla ricerca di un periodo alternato a cammini e a momenti di preghiera.

Un percorso lungo ben 781 chilometri che parte da Saint-Jean-Pied-de-Port fino ad arrivare nella cittadina portoghese di Santiago.


Ciao Daniele, ben trovato a Le Nostre Notizie.

Come prima cosa ti vorrei chiedere: quanto è durato questo cammino e soprattutto com'è stato percorrere tutti questi chilometri? Insomma raccontaci un po'.

Ciao e grazie per l’opportunità che mi state dando per raccontare la mia esperienza, il mio cammino è durato un mese per un totale di 1.000 km. Sono partito al confine tra Francia e Spagna sui Pirenei fino ad arrivare alle coste dell’oceano atlantico, precisamente a Finisterre , quello che un tempo era considerato il punto più estremo delle terre conosciute. Sono passati tanti anni da quanto sentii parlare per la prima volta di questo cammino, ricordo che in me nacque subito una grande curiosità. Non è stato di certo facile, ci sono stati momenti molto duri sia a livello fisico che mentale, ma ne è valsa sicuramente la pena.

Cosa ti ha spinto a prendere parte a questa "sfida"? Una questione religiosa o un'avventura personale da inserire fra i tuoi ricordi?

Non ci sono motivi religiosi che mi hanno spinto a fare questa esperienza, mi piace molto camminare, lo faccio spesso nella mia terra e quando lo faccio mi sento in pace e in equilibrio con me stesso. Per chi ama camminare il cammino di Santiago rappresenta l’esperienza per eccellenza che unisce la bellezza dei paesaggi alla condivisione con i pellegrini.

A questo cammino hai trovato persone che provenivano da zone vicino Melfi o eri da solo?

Ho deciso di affrontare questa sfida in solitudine, ma in poco tempo sin dai primi giorni ho cominciato a legare con tante persone provenienti da qualsiasi parte del mondo. In particolare ho avuto la fortuna di incontrare dei ragazzi italiani partiti anche loro da soli proprio come me. Da subito è nata una grande sintonia che con il tempo è diventata una grande amicizia. Mi sono reso conto che il cammino di per se non è la strada ma le persone che incontri. C’è qualcosa di magico in questa esperienza che ho difficoltà a descrivere, ma vedere tante persone che si aiutano tra di loro con una mentalità positiva orientate verso un unico obbiettivo fa risultare tutto molto più semplice. Ho conosciuto anche due persone Lucane, Emidio di Lauria e Francesco di Forenza.

Prima di fare questa intervista ci hai detto che oltre a questo lungo percorso, sei arrivato sino a Muxia e Finisterre. Come mai hai deciso di aggiungere questa tappa?

Molti pellegrini decidono di proseguire il cammino dopo Santiago de Compostela e dirigersi verso l’oceano, spinti anche dal famoso totem che segna il km 0, per quanto mi riguarda il mio obiettivo principale era quello di fare un bagno nelle gelide acque oceaniche, così è stato, quel momento è stampato nella mia mente e difficilmente andrà via.

Cosa ti porterai dentro di questa fantastica esperienza?

Tornato dal cammino, ho solo pensieri positivi, buoni propositi per me stesso, ho voglia di migliorarmi su tanti aspetti lavorativi e personali. Il cammino ti regala molto tempo per meditare e con il passare dei giorni sono riuscito a trovare molte risposte a domande che mi portavo dentro. Porto con me le mille avventure con i miei nuovi amici, le notti passate a dormire sotto le stelle nei luoghi più assurdi come fienili, piazze, giardini e spiagge. Le cene comunitarie, i momenti di sofferenza e di gioia. Concludo con un augurio e con la speranza che queste parole possano far nascere nei lettori la voglia di mettersi in cammino, anche per pochi km anche nel proprio territorio, perché per quanto mi riguarda camminare fa bene al corpo e alla mente.

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